Noi ragazzi del Clan abbiamo vissuto un'esperienza di 10 giorni in Moldavia, inseriti nel progetto estivo IRFF di scambio di amicizia tra le nostre due Nazioni. Le due parole presenti nella sigla IRFF, RELIEF and FRIENDSHIP - SOSTEGNO E AMICIZIA - sono state le basi di questa avventura che aveva l'obbiettivo di insegnare il valore dell'unione e della cooperazione. 

Durante questi 10 giorni abbiamo dapprima indossato i panni del migrante, viaggiando in bus attraverso le dogane dell'Est Europa; abbiamo poi vissuto la quotidianità dei bambini inseriti nel progetto IRFF, divertendoci facendoli divertire; abbiamo conosciuto una realtà ed una cultura a noi nuova e che ci è parsa così lontana e così diversa; ci siamo occupati della distribuzione di materiale umanitario ai vari bambini sostenuti a distanza ed alle loro famiglie e abbiamo terminato la nostra avventura vivendo gli ultimi due giorni a stretto contatto con le famiglie moldave di un piccolo villaggio agricolo.IMG 0330

Al termine di questa esperienza, la sensazione è quella di aver vissuto un'importante occasione di crescita: tante cose le abbiamo capite solo strada facendo o addirittura alla fine dell’esperienza: in alcune situazioni ci siamo trovati un po’ impreparati o sorpresi di quello che stava succedendo, ma, alla fine, tutto ha avuto un senso, tutte le cose che abbiamo vissuto, tutti i momenti hanno contribuito a dare un significato a questa esperienza. La lingua non è stata quasi mai un problema, il viaggio, sebbene estremamente scomodo, è stato molto interessante, per vedere una terra che cambia gradualmente, ma che porta ugualmente il nome di Europa, per capire, condividendola, il senso di una fatica per milioni di persone. Abbiamo conosciuto una terra nuova, una realtà lontana e diversa, che però bussa continuamente e con modi diversi alle nostre porte (immigrazione, badanti, richiesta di ingresso in UE). Abbiamo incontrato e conosciuto bambini, ragazzi ed adulti di un’accoglienza e di una semplicità a noi ormai purtroppo quasi estranee. Bambini felici, che sorridono e si riempiono di gioia quasi con un nulla, nonostante le storie che hanno alle spalle. Famiglie poverissime che non si fanno problemi a regalarci una borsa di frutta, quando magari faticano a sfamare i figli. È stata soprattutto un’esperienza molto toccante e formativa per noi in primis: si parte per aiutare e si torna con la consapevolezza di essere stati aiutati.

Ora l’intenzione è quella di fare un bilancio con un’azione se possibile propositiva, dando anche la possibilità a singoli di potersi impegnare o nel campo del sostegno a distanza, o nella raccolta di materiale. Nei prossimi mesi, il proposito è quello di fare un incontro pubblico per raccontare la nostra esperienza, per restituire alla collettività valtellinese l'importanza di queste iniziative di solidarietà testimoniando la gioia vissuta da parte di chi riceve aiuto a chi, soprattutto, si mette in gioco donando qualcosa di se agli altri.