Dal racconto i Fratelli di Mowgli – “Il libro della giungla” di R.Kipling

Erano le sette di una sera molto calda fra le colline di Seeonee, quando Babbo Lupo si svegliò dal suo riposo diurno, si grattò, sbadigliò e allungò le zampe una dopo l'altra per sgranchire le estremità intorpidite. Mamma Lupa se ne stava accovacciata, con il grosso muso grigio posato in terra tra i suoi quattro cuccioli che si rotolavano mugolando, e la luna splendeva dentro la bocca della caverna che era la loro tana. “Augrh!”, gridò Babbo Lupo, “è ora di tornare a caccia”[…] Babbo Lupo si mise in ascolto e sentì, giù nella valle più in basso, che scendeva fino ad un torrente, sentì la cantilena aspra, rabbiosa, minacciosa e cadenzata della tigre che si lamentava di non aver catturato niente, e non si preoccupava di farlo sapere a tutta la Giungla. “Che sciocco!”, disse Babbo Lupo. “Cominciare una nottata di caccia con tutto questo chiasso! Crede forse che i nostri cervi siano come i suoi grassi buoi della Waingunga?”. “Ssss! Non caccia né buoi né cervi stanotte”, disse Mamma Lupa. “Caccia l'Uomo”. 

“L'uomo!” esclamò Babbo Lupo scoprendo tutti i suoi bianchi denti. “Shiit! Non ci sono abbastanza bacherozzi e rospi nelle pozzanghere? No, perché egli viene a mangiare l'uomo, e nel nostro territorio per giunta!”. La Legge della Giungla, che stabilisce qualcosa solo se ci sono molte ragioni, proibisce a tutti gli animali di mangiare l'uomo, a meno che essi non l'uccidano per insegnare ai loro figli, e allora devono farlo fuori dal territorio di caccia del Branco o della Tribù. Il motivo vero di questo fatto è che all'uccisione dell'uomo segue, prima o poi, l'arrivo degli uomini bianchi in groppa agli elefanti, armati di fucile e accompagnati da centinaia di uomini di carnagione scura con gong, razzi e torce. E allora tutti la scontano nella Giungla. La spiegazione invece che gli animali si ripetono tra loro è che l'Uomo è il più debole e il meno difeso di tutti gli esseri viventi, e che non è leale e degno di un vero cacciatore attaccarlo. Dicono anche, ed è vero, che i mangiatori di uomini si ammalano e perdono i denti. Il brontolìo divenne più forte, e finì con il possente "Uaarh!" della tigre che assale. Poi si sentì un urlo; un guaito di Shere Khan che non aveva niente di tigresco. “Ha fallito il colpo”, disse Mamma Lupa, “Che cosa succede?”. Babbo Lupo fece qualche passo fuori, e udì Shere Khan che brontolava fra i denti rabbiosamente, mentre si rotolava nella boscaglia. […] “Qualcuno risale la collina”, disse Raksha la Mamma Lupa drizzando l’orecchio. “Preparati”. Si sentì un leggero fruscìo nel folto dei cespugli, e Babbo Lupo si accovacciò sulle zampe posteriori pronto a spiccare un balzo. Allora, se foste stati lì, avreste visto lo spettacolo più straordinario del mondo: un lupo arrestatosi a metà del suo slancio. Era balzato prima di vedere su che cosa sarebbe arrivato, poi aveva cercato di frenare lo slancio. E così successe che saltò dritto in aria per circa tre metri di altezza e ricadde quasi sul punto di partenza. “Un uomo”, ringhiò tra i denti. “Un cucciolo d'uomo! Guarda!”. Proprio di fronte a lui, sostenendosi su un ramo basso, stava un bambino nudo, bruno, che sapeva appena camminare; una creaturina morbida e paffuta come mai nessun'altra era capitata di notte in una Tana di Lupi. Alzò gli occhi, li fissò sul muso del lupo e sorrise. “Un cucciolo d'uomo?”, esclamò Raksha. “Non ne ho mai visto nessuno. Portalo qui”. Un lupo abituato a portare i suoi piccoli, è capace, se serve, di tenere un uovo in bocca senza romperlo, e benché le mandibole di Babbo Lupo si fossero strette sulla schiena del piccino, nemmeno un dente ne aveva graffiata la pelle quando lo depose in mezzo ai suoi cuccioli. “Com'è piccolo! Tutto nudo e anche audace!”, disse Mamma Lupa dolcemente. Il bambino si faceva largo fra i cuccioli per avvicinarsi alla calda pelliccia della Lupa. “Ehi! si è messo come gli altri a prendere il latte. Questo è un cucciolo d'uomo dunque? Dimmi, c'è mai stata una lupa che abbia potuto vantarsi di avere un cucciolo d'uomo fra i suoi piccoli?”, chiese Mamma Lupa . “Ho sentito parlarne qualche volta, ma, nella vita che ho vissuto finora e nel Nostro Branco, mai”, rispose Babbo Lupo, e continuò: “Non ha nemmeno un pelo, e potrei ucciderlo con una zampa. Ma vedi come ci guarda negli occhi senza paura”. Un racconto mozzafiato ed emozionante che dedichiamo a nostri 14 cuccioli…
Benvenuti nel Branco della Waingunga.

I vecchi Lupi 

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